il blog…

…non è altro che il posto dove rispondi alle domande che nessuno ti ha fatto.

Un tuo lettore, follower, o fan che sia potrebbe pensare “chi te l’ha mai chiesto?” oppure semplicemente “è proprio la cosa che volevo sapere di te”.

Tutto sommato scrivere è una malattia incurabile come suonare.  Quella nube di pensieri, sensazioni, ispirazioni, bella o brutta che sia, ti affolla la mente e ti condiziona la vita. Ti fa alzare di notte per poter partorire quelle sintesi che ogni tanto riesci a fare.

Ecco se qualcuno mi chiedesse, ma so che nessuno lo farà, che cosa è l’arte per te? Io risponderei: “L’arte è l’incapacità del mare di fermarsi o ripetersi, è l’urgenza di partorire la sintesi della nube dei pensieri che ti affollano la mente, è la capacità di tirare fuori la propria essenza e metterla sulle braccia di chi ne fruisce. Sta poi all’altro decidere cosa farne, farti a pezzi o prendersene cura per sempre e con rispetto”.

Grazie per non avermi fatto questa domanda!

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(sullo sfondo, un quadro di Lucia Lamberti)

Max

 

Anche i posti…

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… che normalmente sembrano banali alla fine ti sorprendono sempre un po’.

Questo albero ad esempio è completamente spoglio, ma offre comunque un rifugio, un posto da osservare e delle radici da rispettare. E’ un albero meraviglioso, ti lascia intravedere il cielo d’inverno e ti protegge dal sole d’estate.
E’ un albero, cosa altro rappresenta meglio la vita?

Sono passati due anni e resto sempre dell’avviso che “Happiness is a tree“.

Max

Alla fine…

…come all’inizio sono tutti figli della stessa mamma.

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I miei auguri…

…di Buon Natale e Felice Anno nuovo.

Il 2013 è l’anno del pinguino, è l’anno della barbie di botticelli, è l’anno della mancanza di identità.

Ci sta tutto! Gli auguri si fanno sempre perché si spera in un periodo migliore. Gli artefici dei nostri successi e dei nostri insuccessi sempre noi siamo.

Per cui vi auguro di continuare ad essere voi stessi esattamente come cinque minuti fa, solo un po’ più felici, e perché no un po’ più ricchi dentro le tasche e dentro di voi.

Max

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Odio i botti …

…e chi spara in generale.

La buonanima di Nonno Lorenzo, un giorno, infastidito da alcuni ragazzi che facevano esplodere dei botti di capodanno davanti al cancello di casa sua, aprì la porta ed esclamò: “..ma pecché nun jate a sparà inda chera fessa re soreta?”.

Ora capisco che la cosa può sembrare abbastanza volgare, ma secondo me ha del filosofico.

Analizzando l’espressione si avverte quel passaggio dal macro cosmo al micro cosmo, dal generale al particolare. Nonno Lorenzo prima si rivolge a tutti dicendo “pecchè nun jate” (perché non andate tutti) e poi via via in crescendo si sposta verso il particolare e cioè verso le parti basse della sorella di quello che (probabilmente) ha sparato l’ultimo botto “inda chera fessa re soreta” (nella vagina di tua sorella… notare la similitudine tra ‘inda’ in cilentano e ‘into’ anglosassone). Questa espressione ha un non so che di sintetico che racchiude una “malaparola” che colpisce tutti gli imbecilli che vanno in giro a sparare in generale, ed in particolare quello che esegue materialmente l’ultimo botto, quello che insomma ti fa partire l’embolo e quindi lo scatto d’ira ed il turpiloquio.

Insomma, ora che arrivano natale e capodanno e non volete che nonno Lorenzo “da lassù” vi auguri di esplodere i vostri botti “in famiglia”, state attenti, spendete i vostri soldi (se ne avete) diversamente.

Buon Natale

Max