Max Maffia & the Empty Daybox SHOWCASE! @TERRENOTE|SATORI – Salerno

emptyTerrenote
venerdì 17 maggio 2013 ore 21:00 FREE ENTRY!

HAPPINESS IS A TREE
un lavoro totalmente acustico, con suoni che ci portano ad essere come immersi in una natura che ci avvolge, un suono da colonna sonora per un viaggio verso posti accoglienti e a volte misteriosi.

Ottime le riprese degli strumenti, che ci arrivano caldi dove tutti si ritagliano il loro spazio, respirando, intrecciandosi in una coralità che non fa aspettare una traccia vocale a dettare i brani.

Una vera e propria colonna sonora di un film immaginario.
Un disco essenziale dove proprio l’essenzialità dunque è il suo forte. Segnalo Tra i brani degni di nota “Arabia”, Dancing on a grey day” e “Sunday will be five”.

http://emptydaybox.maxmaffia.it/

https://www.facebook.com/emptydaybox

http://www.terrenote.it/

Happiness is a tree – Recensione su Slow Cult

Recensione su Slow Cult:

The Empty Daybox è l’ultima avventura sonora di Max Maffia, attivo musicista proveniente da quel di Salerno che ha già militato in svariate formazioni indipendenti (tra funky rock, ska, musica acustica e irish folk) fondando anche l’etichetta Daybox Records per la quale esce questo interessante lavoro in quartetto acustico:
(Max Maffia: chitarra; Daniela Lunelli: Cello ; Valerio Valiante: Chitarra e Alex Taborri: Percussioni).
E’ un lavoro totalmente acustico, con suoni che ci portano ad essere come immersi in una natura che ci avvolge, un suono da colonna sonora per un viaggio verso posti accoglienti e a volte misteriosi. Ottime le riprese degli strumenti, che ci arrivano caldi dove tutti si ritagliano il loro spazio, respirando, intrecciandosi in una coralità che non fa aspettare una traccia vocale a dettare i brani.Una vera e propria colonna sonora di un film immaginario.
Un disco essenziale dove proprio l’essenzialità dunque è il suo forte.
Segnalo Tra i brani degni di nota “Arabia”, Dancing on a grey day” e “Sunday will be five”.
Un nuovo inizio per Max Maffia in un epoca dove proprio l’ipertecnologia ci fa per fortuna riassaporare il sapore degli strumenti, i loro sapori, odori, la tensione delle loro corde e il loro suono portatore di suggestioni antiche mai cosi vicine a noi.

Recensione di Fabrizio Fontanelli