Bilancio di un sogno interrotto

Ci sono giorni in cui bisogna lamentarsi mentre si fa il bilancio della propria vita. Oggi è uno di quei giorni e non mi tiro indietro. Come si dice nella mia zona – e forse anche nella vostra – “metto le mani avanti”. È una lamentela di getto, e domani potrei non pensarci più allo stesso modo… oppure no.

Tennis

Ho iniziato a giocare a tennis a 11 anni (44 anni fa) nei campi comunali di Salerno. Il tennis era il mio sogno, ma a 20 anni giocavo ancora in serie C, e per un tennista di quell’età significa già che non ce l’hai fatta.

Mio padre era sempre con me: mi accompagnava agli allenamenti, alle visite mediche e ai tornei. Era il mio instancabile coach e credeva fermamente in me. Sapeva anche lui che non sarei diventato un campione, ma per lui ero già un campione perché avevo una classifica.

Nel 1991, a 21 anni, decisi di lasciare il tennis per dedicarmi alla musica. Dopo quella decisione non mi parlò più per molto tempo. Con la maturità di oggi, sapendo che lui non c’è più, capisco che aveva pienamente ragione: avrei potuto fare entrambe le cose, così come faccio ora. Potevo giocare a tennis e “fare il deficiente” nei locali del weekend senza problemi. Certo, dovevo finire l’università, come poi è successo, ma il tennis mi avrebbe comunque aiutato. Mi concedo l’attenuante di aver avuto 21 anni; per noi maschietti la maturità arriva spesso più tardi.

Musica

Così il sogno n. 1 fu abbandonato a 21 anni per dare spazio al sogno n. 2: la musica. È facile sentirsi presuntuosi quando ci si definisce musicista senza un titolo ufficiale, come quando tra amici tennisti ci chiamiamo “Roger”.

Se faccio un paragone con il tennis, mi sentirei tranquillo a dire che anche nella musica sono arrivato in “serie C”. (Il paragone è con il tennis, non con il calcio; la serie C è molto più seguita nel calcio.)

Oggi ho tre progetti musicali in corso, ma sono poco attivi. Devo finire tre dischi, ma la procrastinazione – unita agli impegni di lavoro – non aiuta affatto. Spesso penso a cosa succederà quando libererò quelle composizioni dal cassetto: probabilmente non accadrà nulla, come è successo con le precedenti. Pochi amici condividono il mio sogno; gli altri non lo sanno, o fingono di non saperlo.

Ho deciso di mettere tutte le mie autoproduzioni a zero euro su Bandcamp, una piattaforma che permette all’ascoltatore di scegliere quanto pagare, anche zero. Nonostante ciò, nulla cambia: non promuovo abbastanza la mia musica, uso i social quasi esclusivamente a questo scopo, ma nessuno sembra interessarsi né leggere i miei articoli sul blog.

È evidente che non ci sia nulla di particolarmente interessante, e forse è il momento di tirare i remi in barca, chiudere questi tre album e dire “ciao ciao” a tutto. Mettere il sogno n. 2 di lato, accanto al n. 1.

Informatica

Le mie “grandi fortune” – famiglia, figli, casa – includono anche l’informatica. Questa mi permette di vivere, ma non è il mio sogno; è una competenza guadagnata con lo studio, un po’ di talento e tanto lavoro. Quando scrivo i post sul blog li etichetto, scherzosamente, come “Studio al M.I.T. (Musica, Informatica e Tennis)”, perché considero l’informatica una delle mie grandi passioni. Tuttavia, faccio fatica a “vendermi”; pochi sanno davvero cosa sono in grado di fare, forse perché non lo dico, o perché è più comodo (direi più economico) per gli altri vedermi come meno di quello che realmente sono.

Ora mi sento “stupido” in tre discipline, ma, come ho detto all’inizio, “ho messo le mani avanti”. Questo è uno sfogo, il risultato di un bilancio che inevitabilmente devo fare ogni tanto.

E tu? Quali sono i tuoi sogni? Hai già intrapreso il cammino verso di essi, o ti trovi ancora a fare bilanci? In fin dei conti: sei felice?

Studio al M.I.T. #12

Iniziamo dallo sport femminile. Sì proprio così, dal calcio innanzitutto; un’impresa clamorosa della squadra italiana, peccato per quel goal che ha messo tutto in discussione al 96′, ma il calcio è così, ed è stato bello crederci fino in fondo. Seguo il calcio femminile? Beh se mi capita sì! Lo vedo ancora come uno sport pulito e secondo me più persone dovrebbero seguirlo. Detto questo passiamo al format

 

Musica

Ormai da ottobre 2023 pubblico con frequenza bassa dei reel su instagram in cui suono delle improvvisazioni su delle basi armoniche che registro a casa (in home studio) con la mia strumentazione. Mi diverte molto devo dire la verità, peccato non avere tutto il tempo che vorrei per queste cose anche perché sono fonte di ispirazione e a volte vengono fuori dei brani che inserisco nelle mie produzioni indipendenti (vedi ad esempio “I supereroi non muoiono” presente in “Frammenti dietro le quinte”). Inoltre nella pagina dedicata allo “shop” di questo sito c’è un “prodotto” che li contiene. Allo stesso modo provo con una certa attenzione a caricare questi brani su soundcloud e se riesco a trovare il tempo renderò scaricabili anche le basi per permettere, a chi vorrà, di esercitarsi su questi giochetti armonici. Se c’è qualcosa che vi interessa non avete che da chiedere (ad esempio la base senza uno strumento, gli accordi, i bpm, il progetto logicx)

Ovviamente se non arriverà una perturbazione atlantica, difficilmente mi vedrete suonare dal vivo (visto che alcuni di voi mi chiedono quando suoneremo): fa troppo caldo e la roba che suono io non va bene con il caldo.

Però il 27 Settembre 2025 alle ore 21.00 in quel di Salerno nello spazio di Sant’Apollonia Hub proporremo una nuova versione di “Voci dall’Inferno” con Brunella Caputo, Davide Curzio e il sottoscritto alla musica dal vivo nell’ambito del festival “La notte dei Barbuti”; il festival dei Barbuti a Salerno quest’anno compie 40 anni, davvero un traguardo bellissimo.

Informatica

Si smette mai di studiare? La risposta è NO. L’informatica è una materia bellissima, creativa e molte volte stressante, ma trovare soluzioni è il mio mantra. Un po’ come il Mr. Wolf di “Pulp Fiction”, mi piace essere quello che trova i workaround per risolvere problemi cercando di mantenere una professionalità decente.

Nel campo del retail della moda mi sono specializzato negli ultimi 5 anni e spero di continuare a farlo man mano che lo scenario cambia grazie all’implementazione dell’intelligenza artificiale nel campo decisionale. Ho delle soluzioni per voi, se siete interessati non dovete far altro che chiedere.

Il mio classico invito a guardare poi il sito dell’azienda per cui lavoro non può mancare, per cui visitate il sito e se siete in cerca di lavoro candidatevi: https://www.nexsoft.it

Tennis

Belle soddisfazioni ancora nel panorama italiano, la prima su tutte è quella di Luciano Darderi che è in crescita e porta a casa il suo quarto titolo ATP vincendo a Umag subito dopo aver vinto anche Bastad. Anche il doppio Bolelli Vavassori è in finale al momento a Washington DC e speriamo bene.

In quanto a me, beh eccomi qui, in tutta la mia vecchiaia:

Grazie per essere arrivato fin qui! E già che ci sei iscriviti al mio canale youtube!

Il Wimbledon del numero uno ai tempi del social

Sono curiosamente impressionato dalla quantità di articoli su Sinner e sulla vittoria a Wimbledon. Sono davvero tantissimi e continuano a spuntare fuori a più giorni dall’impresa che ha visto il nostro Jannik Sinner vincere Wimbledon in 4 set contro Carlos Alcaraz in finale (dopo un torneo strepitoso con un unico grande neo dovuto al ritiro di Dimitrov durante un match rocambolesco). Mi sono detto: “e che faccio sto zitto?”. Beh direi di no anche perché non appena Alcaraz ha sbagliato la risposta sulla prima di Sinner nel secondo match point, la pallina non aveva ancora toccato terra che mi sono arrivati messaggi su whatsapp, da ogni dove, di gente che si sincerava sulla mia salute cardiologica. Tanto è vero che ho risposto a tutti con : “I funerali di Massimiliano Maffia si terranno domani nella chiesa di Sant’Antonio a Battipaglia” (ovviamente scherzo e questo post google potrebbe intenderlo come serio, ma va bene di questi tempi).

Che dire che non è stato già detto? Forse solo il fatto che sono felice come una pasqua per questo risultato e per quanto sia importante per il tennis italiano (e quindi per tutto l’indotto sportivo) avere uno forte come Jannik sul tetto del mondo. Sono felice perché è bello vedere così tante persone appassionarsi a questo sport e a viverlo ormai con passione e dedizione anche ad età avanzate.

Jannik Sinner è meritatamente il numero uno, e a dirlo sono i suoi risultati straordinari: il suo modo di fare, il suo italiano discutibile :), il suo amore per la famiglia, la sua concentrazione, il suo gioco del tennis così potente ed efficace, il suo saper vincere e il suo saper perdere; tutte cose che si leggono nelle lacrime della mamma, nell’abbraccio del padre, nel sorriso di suo fratello e nella misura delle nostre pulsazioni accelerate.

 

 

Studio al M.I.T. #11

In numerologia, il numero 11 è considerato un “numero maestro”, portatore di intuizione, illuminazione e grande sensibilità. Simboleggia anche una forte apertura mentale, un ideale elevato e una visione d’insieme, spingendo verso nuove realizzazioni.

Ecco perché questo episodio di Studio al M.I.T. (Musica, Informatica e Tennis) sarà speciale.

Musica, Informatica, Tennis e tutto il resto.

Ho avuto un’intuizione, una illuminazione.

Martina Navratilova, grandissima tennista, attaccava sempre a rete. Batteva e scendeva a rete spesso e volentieri, quasi su ogni punto. Riteneva una cosa secondo me molto importante, che tra l’altro, l’amico attore, Marco Villani mi ha ricordato tempo fa: “chi scende a rete fa una domanda”.

Questa frase sottolinea l’importanza dell’attacco e dell’iniziativa nel tennis, così nel resto delle discipline. Significa che quando un giocatore decide di andare a rete, sta cercando di prendere l’iniziativa, di mettere pressione sull’avversario e di costringerlo a rispondere alla sua azione. È un modo per dire che il giocatore a rete sta “chiedendo” all’avversario di reagire, di fare un colpo vincente e di prendere una decisione. 

Spesso e volentieri non chiediamo per paura del rifiuto, ma non consideriamo mai il fatto che il rifiuto sia una “risposta” e la risposta è un’azione ben precisa: è una cosa che ti mette al sicuro nel senso che non sei lì a chiederti, a scervellarti, a preoccuparti del fatto se conviene oppure no, se è corretto oppure no, basta! “Scendi a rete e attendi la risposta!”

In questi anni, e ormai comincio ad averne tanti, sono stato troppo spesso “dietro le quinte” ad attendere dal cielo un segnale, ma sono stufo, conosco ormai i miei limiti e li accetto, conosco però anche le mie capacità e ho imparato ad accettare anche quelle.
Nella musica, nell’informatica e nel tennis so fare delle cose e mi piace farle, quelle cose appunto, quelle che riesco a fare dando il meglio di me.

Prendetevi del tempo e ascoltate le mie cose su Bandcamp (cliccate sul link e si apre una nuova scheda). Si apre una pagina con la mia ultima release “Frammenti dietro le quinte”, ma ci sono i link a tutta la discografia (che bel parolone). Nel 90% dei casi spendiamo soldi per cose che durano davvero poco e nella stragrande maggior parte dei casi costano di più di un brano musicale (nel mio caso 1 euro mediamente a brano). Una birra che pagate nel migliore dei casi 5 euro vi da mezzora di felicità e poi la restituite alla natura, due birre (nel migliore dei casi) vi costano 10 euro (un’ora di felicità all’incirca). Un brano musicale potrebbe durare per sempre, un brano potrebbe segnarvi per tutta la vita, potrebbe aprirvi delle porte che tenete chiuse da decine di anni, un brano può essere una risposta alla domanda che non avete avuto il coraggio di fare. Chi ha detto che questo brano debba essere scritto da uno famoso? Chi ha detto che questo brano deve arrivare dalla radio mentre siete in macchina o lo debba presentare uno alla televisione? Datevi una possibilità e datemi una possibilità. Magari vi farà schifo, o semplicemente non vi darà niente (molto probabilmente), ma nel frattempo mi avete risposto. Non voglio altro.

Fatevi un favore, andate su bandcamp e se pensate che non ne è valsa la pena, ditemelo, pubblicamente, non rispondete solo alla domande a cui rispondono tutti, rispondete anche a me, sono sceso a rete, aspetto il vostro passante.

 

 

 

 

Su Fabio Fognini e tutto quanto

La buonanima di mio padre, Guiduccio per gli amici, diceva sempre: “si nun tenev a capa e ‘mmerd era o numero uno!”. Sì papà in realtà sarebbe stato anche il numero uno, ma c’è da dire una cosa, per me è comunque il numero uno e lo ha dimostrato: il primo giorno di Wimbledon, a 35 gradi all’ombra, a 38 anni, contro il campione uscente, che è il numero 2 al mondo, ha giocato, per 4 ore e più, un tennis stratosferico. Senza dubbio la partita più bella di Wimbledon 2025 e siamo soltanto all’inizio della seconda settimana.
Ci siamo divertiti un mondo e il livello è stato altissimo per tutto il match.

Secondo me gli highlights della partita dovrebbero durare 3 h e mezza per la qualità e quantità di punti belli.

Intanto questo è un Wimbledon molto particolare, le teste di serie stanno cadendo come foglie e al momento sono fuori dal torneo giocatori del calibro di Rune, Musetti, Berrettini, Tsitsipas, Medvedev, Zverev…

Attendiamo sviluppi interessanti e Jannik procede il suo cammino al momento senza danno. Vediamo un po’…