Il Wimbledon del numero uno ai tempi del social

Sono curiosamente impressionato dalla quantità di articoli su Sinner e sulla vittoria a Wimbledon. Sono davvero tantissimi e continuano a spuntare fuori a più giorni dall’impresa che ha visto il nostro Jannik Sinner vincere Wimbledon in 4 set contro Carlos Alcaraz in finale (dopo un torneo strepitoso con un unico grande neo dovuto al ritiro di Dimitrov durante un match rocambolesco). Mi sono detto: “e che faccio sto zitto?”. Beh direi di no anche perché non appena Alcaraz ha sbagliato la risposta sulla prima di Sinner nel secondo match point, la pallina non aveva ancora toccato terra che mi sono arrivati messaggi su whatsapp, da ogni dove, di gente che si sincerava sulla mia salute cardiologica. Tanto è vero che ho risposto a tutti con : “I funerali di Massimiliano Maffia si terranno domani nella chiesa di Sant’Antonio a Battipaglia” (ovviamente scherzo e questo post google potrebbe intenderlo come serio, ma va bene di questi tempi).

Che dire che non è stato già detto? Forse solo il fatto che sono felice come una pasqua per questo risultato e per quanto sia importante per il tennis italiano (e quindi per tutto l’indotto sportivo) avere uno forte come Jannik sul tetto del mondo. Sono felice perché è bello vedere così tante persone appassionarsi a questo sport e a viverlo ormai con passione e dedizione anche ad età avanzate.

Jannik Sinner è meritatamente il numero uno, e a dirlo sono i suoi risultati straordinari: il suo modo di fare, il suo italiano discutibile :), il suo amore per la famiglia, la sua concentrazione, il suo gioco del tennis così potente ed efficace, il suo saper vincere e il suo saper perdere; tutte cose che si leggono nelle lacrime della mamma, nell’abbraccio del padre, nel sorriso di suo fratello e nella misura delle nostre pulsazioni accelerate.

 

 

L’esperienza completa #4

Partirei dalla copertina che è una foto di Alessandra Cammarano.

Album: Viva
Release Date: 7 Aprile 2019
Composto nel 2005
Foto di copertina: Alessandra Cammarano

Viva è un album scritto per una colonna sonora di un documentario mai sviluppato. Mi fu commissionato, non ricordo bene se il 2004 oppure il 2005 e come traccia di ispirazione mi fu dato un documento, che conservo religiosamente, e cioè le memorie di una persona che racconta la sua esperienza dopo gli arresti del 7 Aprile 1979. Per chi volesse approfondire c’è una pagina di WikiPedia che ne parla (di cui non conosco l’attendibilità).
Ogni brano è stato scritto leggendo i capitoli di questo “libro” di memorie.
Il primo brano “7 Aprile” rappresenta proprio il momento di calma apparente subito prima degli arresti. Per me la calma profonda, il silenzio e l’aria ferma annunciano sempre qualcosa di tremendo.
Buon ascolto e non dimenticate di commentare

Studio al M.I.T. #11

In numerologia, il numero 11 è considerato un “numero maestro”, portatore di intuizione, illuminazione e grande sensibilità. Simboleggia anche una forte apertura mentale, un ideale elevato e una visione d’insieme, spingendo verso nuove realizzazioni.

Ecco perché questo episodio di Studio al M.I.T. (Musica, Informatica e Tennis) sarà speciale.

Musica, Informatica, Tennis e tutto il resto.

Ho avuto un’intuizione, una illuminazione.

Martina Navratilova, grandissima tennista, attaccava sempre a rete. Batteva e scendeva a rete spesso e volentieri, quasi su ogni punto. Riteneva una cosa secondo me molto importante, che tra l’altro, l’amico attore, Marco Villani mi ha ricordato tempo fa: “chi scende a rete fa una domanda”.

Questa frase sottolinea l’importanza dell’attacco e dell’iniziativa nel tennis, così nel resto delle discipline. Significa che quando un giocatore decide di andare a rete, sta cercando di prendere l’iniziativa, di mettere pressione sull’avversario e di costringerlo a rispondere alla sua azione. È un modo per dire che il giocatore a rete sta “chiedendo” all’avversario di reagire, di fare un colpo vincente e di prendere una decisione. 

Spesso e volentieri non chiediamo per paura del rifiuto, ma non consideriamo mai il fatto che il rifiuto sia una “risposta” e la risposta è un’azione ben precisa: è una cosa che ti mette al sicuro nel senso che non sei lì a chiederti, a scervellarti, a preoccuparti del fatto se conviene oppure no, se è corretto oppure no, basta! “Scendi a rete e attendi la risposta!”

In questi anni, e ormai comincio ad averne tanti, sono stato troppo spesso “dietro le quinte” ad attendere dal cielo un segnale, ma sono stufo, conosco ormai i miei limiti e li accetto, conosco però anche le mie capacità e ho imparato ad accettare anche quelle.
Nella musica, nell’informatica e nel tennis so fare delle cose e mi piace farle, quelle cose appunto, quelle che riesco a fare dando il meglio di me.

Prendetevi del tempo e ascoltate le mie cose su Bandcamp (cliccate sul link e si apre una nuova scheda). Si apre una pagina con la mia ultima release “Frammenti dietro le quinte”, ma ci sono i link a tutta la discografia (che bel parolone). Nel 90% dei casi spendiamo soldi per cose che durano davvero poco e nella stragrande maggior parte dei casi costano di più di un brano musicale (nel mio caso 1 euro mediamente a brano). Una birra che pagate nel migliore dei casi 5 euro vi da mezzora di felicità e poi la restituite alla natura, due birre (nel migliore dei casi) vi costano 10 euro (un’ora di felicità all’incirca). Un brano musicale potrebbe durare per sempre, un brano potrebbe segnarvi per tutta la vita, potrebbe aprirvi delle porte che tenete chiuse da decine di anni, un brano può essere una risposta alla domanda che non avete avuto il coraggio di fare. Chi ha detto che questo brano debba essere scritto da uno famoso? Chi ha detto che questo brano deve arrivare dalla radio mentre siete in macchina o lo debba presentare uno alla televisione? Datevi una possibilità e datemi una possibilità. Magari vi farà schifo, o semplicemente non vi darà niente (molto probabilmente), ma nel frattempo mi avete risposto. Non voglio altro.

Fatevi un favore, andate su bandcamp e se pensate che non ne è valsa la pena, ditemelo, pubblicamente, non rispondete solo alla domande a cui rispondono tutti, rispondete anche a me, sono sceso a rete, aspetto il vostro passante.

 

 

 

 

Di YouTube e altre storie di copyright

Immagino che queste cose succedano un po’ a tutti gli artisti, ma quando a essere colpiti sono quelli come me, e molti dei miei colleghi, mi viene da sorridere, ma assai.
Innanzitutto un vecchio capitolo non si è chiuso: forse qualcuno di voi si ricorderà del brano (Saxy Sax) di un certo Max Maffia (che non sono io); bene, chiesi a voi amici e l’ho fatto anche personalmente più volte, di segnalare questo video sul mio “canale ufficiale” (gestito dal distributore CdBaby), ma soltanto per una “artist separation”, ma niente da fare, Google continua a dire che questo non lo possono fare (volevo vedere se il mio cognome finiva per Gabriel, o Pausini se rispondevano così).
Me ne sono fatto una ragione ed ho scelto di eliminare dal canale quella lista di brani (era un widget che li prendeva tutti) in modo da non far capitare quel brano tra quelli di mia composizione.
 
La storia è andata avanti su di un altro fronte, ancora più ridicolo:
Ho caricato il video dell’intervista fatta dall’amico Carlo Pecoraro in cui Carlo aveva montato una clip con un mio brano “Circles” (brano regolarmente distribuito da CdBaby e presente nel disco “In My Strings” di mia composizione, esecuzione e chi più ne ha più ne metta); bene, Google dice che non posso “monetizzare” questo brano (sia ben chiaro parliamo di decimillesimi di dollaro per ogni visualizzazione, o meno) perché, cito: “Le motivazioni fornite per la contestazione del reclamo potrebbero essere risultate insufficienti o non valide.” Sapete qual è la mia motivazione? “Il brano è mio” (in sintesi gli ho mandato il codice identificativo del brano, che mi ha dato CdBaby, non babbo natale, ma nulla)
Allora, io non voglio diventare ricco perché un brano è su di un video sul mio canale, ma certe cose davvero sembrano fatte per farti perdere la pazienza; poiché sono io e fondamentalmente non ho problemi in merito, allora “sorrido” e penso a quanto sia ridicolo questo mondo e quanto sia inutilmente ingiusto. Penso a quanti tecnicismi del cavolo bisogna affrontare per potersi fare un po’ di pubblicità reale senza dover per forza arricchire ridicoli uffici stampa e senza dover acquistare finti like e finte interazioni.
Detto questo mi calmo e vi auguro un buon proseguimento di giornata.
PS: se mi volete fare contento acquistate la mia musica su bandcamp ci sono tutte le mie produzioni e qualcosa in più.
Se volete una vista e un ascolto sugli album che ho pubblicato andate su questa pagina.
Ogni ascolto, acquisto, commento, offesa, critica verrà apprezzato moltissimo!
Peace and love to you all!
Max

Su Fabio Fognini e tutto quanto

La buonanima di mio padre, Guiduccio per gli amici, diceva sempre: “si nun tenev a capa e ‘mmerd era o numero uno!”. Sì papà in realtà sarebbe stato anche il numero uno, ma c’è da dire una cosa, per me è comunque il numero uno e lo ha dimostrato: il primo giorno di Wimbledon, a 35 gradi all’ombra, a 38 anni, contro il campione uscente, che è il numero 2 al mondo, ha giocato, per 4 ore e più, un tennis stratosferico. Senza dubbio la partita più bella di Wimbledon 2025 e siamo soltanto all’inizio della seconda settimana.
Ci siamo divertiti un mondo e il livello è stato altissimo per tutto il match.

Secondo me gli highlights della partita dovrebbero durare 3 h e mezza per la qualità e quantità di punti belli.

Intanto questo è un Wimbledon molto particolare, le teste di serie stanno cadendo come foglie e al momento sono fuori dal torneo giocatori del calibro di Rune, Musetti, Berrettini, Tsitsipas, Medvedev, Zverev…

Attendiamo sviluppi interessanti e Jannik procede il suo cammino al momento senza danno. Vediamo un po’…