a Lello Iacovelli, andato via troppo presto.

Quella meraviglia che avevi creato resterà, per sempre, nella mente di ognuno di noi, come il miglior posto dove abbiamo suonato.
Avevi creato un posto magico dove riuscivamo ad essere noi stessi senza averne vergogna.
Un luogo in cui tutti i musicisti riuscivano a sentirsi ascoltati e ad ascoltare.

Dopo la chiusura, in tutti questi anni, hai sempre pensato di volerci richiamare tutti per poter festeggiare, anche solo, l’esistenza, nel tempo, del posto chiamato Virus (a Latronico), il baluardo della musica indipendente nelle terre in cui vige la legge del “con la cultura non si mangia”.

da sinistra: Egidio, Johnny Sessa, Lello Iacovelli

Poiché sei andato via troppo presto caro amico mio e ancora stento a crederci, è inutile dirti che avverto il vuoto che hai lasciato, ed è incolmabile, prima di tutto lo è per la tua famiglia e poi per tutti noi tuoi amici, tali anche grazie alla tua proverbiale gentilezza e apertura verso l’altro.

Non so se è il caso di fare promesse adesso, ma se dovessi riuscire un giorno, magari insieme a chi ti ha amato, cercherò di organizzare quella festa e proveremo a suonare forte, sai, ai volumi che ci facevi usare tu, così magari ci sentirai e dopo ci racconterai pure come è andata.

The Peanuts a Latronico nel 1993

Del resto quelli come te sono e restano immortali.

Non mi piace fare i R.I.P., anche perché non so se dall’altra parte c’è pace, piuttosto mi piace pensare alla pace che hai dato ad ognuno di noi ogni qualvolta hai parlato con la tua voce pacata, a volte impercettibile, usando le tue parole resistenti (a tutto, a quei tempi, a questi altri tempi, ai prossimi).

Ciao amico mio, compagno di battaglie, che la terra ti sia lieve.

Max