Accendi prima…

…il router oppure la Tv?

Due gesti che sembrano praticamente uguali, hanno un leggero difetto di procedura.

Quando accendi il router, ti colleghi ad internet e scegli cosa cercare in base alle tue esigenze. Leggi delle notizie, le valuti, le commenti, ne discuti con altri utenti e se vuoi le cancelli dalla tua cronologia.

Quando accendi la tv, hai già qualcuno che ti sta dicendo qualcosa senza che tu glielo abbia chiesto, hai un numero molto limitato di scelte, anche se hai pagato per molto più. Quelle cose che stai subendo, senza poter intervenire,  stanno arrivando in contemporanea a milioni di altre persone, che non possono commentare,  discuterne con altri se non con i propri familiari o amici presenti.

Un piccolo difetto di procedura che ha permesso la nascita di una discreta quantità di teste vuote, arroganti e presuntuose, senza curiosità ed interessi reali verso la cultura, l’arte, la natura, il mondo.

Che fai adesso, che cosa accendi prima?

E’ una questione di curiosità…

…e di educazione alla curiosità ed alla cultura.
Ho sempre bisogno di qualcosa di nuovo, ho bisogno di capire che succede in giro. Non mi basta mai.

Ricordo che il primo inter-rail con un fascinoso treno fs l’ho fatto nel 1992. Avevo 22 anni. Avevo bisogno di capire cosa stava accadendo fuori di qui, ma volevo farlo incontrando persone, guardando le facce e scambiando parole ed opinioni fino a quando la resistenza ce lo permetteva. Il primo treno (Napoli-Monaco) era un espresso. Se avevi il biglietto inter-rail non potevi prendere intercity.. Era bello incontrare personaggi sconosciuti che si raccontavano con una semplicità assoluta. Non avevamo nani e ballerine al governo, certo non erano bei tempi, ma di contro esisteva ancora una generazione con degli ideali e questo faceva in modo che si riuscisse a parlare di un’altra Italia. Si riusciva a litigare sulle idee e non sulla distinzione tra prescrizione ed assoluzione perché erano (e sono e dovrebbero essere) concetti molto chiari (prescrizione è diverso da assoluzione, ma evidentemente in 20 anni le parole cambiano significato e quindi anche democrazia non è più democrazia). Avevo 22 anni e mi chiesi cosa fosse un campo di concentramento e cosa lo avesse generato.
Andammo a Dachau.
Potrei terminare questo post anche qui. La sensazione che si prova nel vedere un campo di concentramento non si può descrivere. Ricordo solo un fortissimo mal di stomaco, fisso, ed un viale alberato che piangeva (e forse piange) ancora.
In quel viaggio andammo a Copenaghen (un pacchetto di Marlboro costava 9.000 lire all’incirca), girammo anche l’Olanda (si sa, devi andare ad Amsterdam!), facemmo qualcosa del Belgio (Bruges se non sbaglio) e poi tornammo giù carichi di monete di ogni tipo che conservo ancora gelosamente.
L’anno successivo, non mi era bastato, ripartii in treno e via, Londra, Dublino (Feile Festival, concerto dei Madness), e di ritorno Dresda Lipsia, Vienna, Venezia (meravigliose mostre di Francis Bacon, Salvador Dalì e Peter Greenway). Dovevo e volevo capire.
Tutto in treno (ed ovviamente traghetto dove serviva). Solo perché pensavo, perché mi andava di pensare, e perché dovevo capire. Da allora cerco sempre un modo per capire dove siamo e dove stiamo andando.

Vorrei che oggi fossero tutti un po’ più curiosi. Curiosi di capire come si è arrivati fin qui. Se non hai visto gli anni novanta non lo puoi sapere, anche perché se qualcuno volesse vedere un film/documentario che ne parla dovrebbe necessariamente cercarsi un canale alternativo che poi dopo un po’ di tempo chiudono perché da “fastidio” (vedi current). E’ una questione di educazione, è una questione di cultura.

Morgan ha vinto X-Factor

Giunge alla fine la saga di X-Factor.
Gli Aram Quartet (salentini dentro e fuori) vincono il contratto discografico ed io come molti italiani ne sono felice. Ma la cosa che più mi piace di questa situazione è la vittoria mediatico-culturale di Morgan.

MorganMorgan, capo squadra dei gruppi vocali in competizione, è un’artista eclettico, un grande musicista, una persona di grande cultura. Non sarei riuscito a sopportare la solita vittoria nazional-popolare del cantante strappalacrime o della storiella della cassiera che insegue il suo sogno cantando tra una philadelphia ed una fidelity card…. basta.. ha vinto il gruppo che meritava e soprattutto ha vinto la musica.

Si per una volta è successo. Morgan ha fatto conoscere al pubblico brani della storia della musica che il pubblico fino a ieri ignorava inesorabilmente ed ha giustamente criticato il tentativo solito di vincere con le canzoni dell’oratorio (vedi i brani più famosi e devo dire i peggiori di U2, Eagles, Elton John,…)

Insomma sono felice che per una volta gli addetti ai lavori siano stati premiati non solo per le capacità comunicativo-popolari, ma anche per le loro capacità tecnico-culturali.

Ottimo lavoro Morgan..

Ricordo in particolare una data a me cara:

01/10/2001, Teatro Smeraldo , Concerto di David Sylvian. Io c’ero, anche Morgan due file avanti a me.