In memoria di Jan

Avere ben presente la morte davanti agli occhi ti fa vivere le cose in modo completamente diverso. La morte irrompe e appiattisce tutto. Tutti i tuoi innumerevoli micro problemi diventano nulla a confronto del dolore senza nome che una perdita lascia dentro di te.
Le morti si somigliano tutte, sono tutte improvvise, sono tutte inesorabilmente inaspettate.

E’ un po’ che avrei voluto scrivere questo post, ma stamattina più di tutte mi viene di pensare a Jan Assen.

Mi viene di pensare a te Jan perché ci manchi.
L’ultima immagine, tra le innumerevoli che ho di te, riguarda il nostro incontro sul pullman qualche settimana fa. Ero assorto tra i discorsi inutili che la gente spesso fa sui mezzi pubblici elevandosi a salvatori della patria ed architetti cittadini. Tra uno “io farei così” ed un “‘o sindaco nunn’è fatt niente” sei comparso tu tra la folla con la tua inesorabile ironia tagliente e la tua risata inconfondibile. Abbiamo commentato un po’ come se stessimo ascoltando le stesse discussioni e ci siamo salutati come sempre. Il tuo “Cià Maffì” è rimasto nell’aria e lo porto con me gelosamente come tuo ultimo saluto.

Ci manchi Jan perché il mondo ha bisogno di persone come te, noi abbiamo bisogno di persone come te. Ci manchi Jan, tanto. E come sempre, come se nulla fosse ti cercheremo al prossimo concerto tra la folla, perché ci sei sempre stato e perché non te ne andrai mai.

Lassù, altrove, dove evidentemente avevano bisogno di te, già che ci sei, continua a rendere le cose migliori come hai già fatto qui tra di noi.

Grazie, Max

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