a proposito di…

…Sanremo.

 Mi mette un po’ tristezza leggere parole di rabbia contro il festival. Chi mi conosce sa bene che non è una cosa a cui tengo particolarmente e se ha ascoltato un po’ delle cose che scrivo, sa bene anche che non è una delle mie mire.

Tuttavia ritengo ingiusto l’atteggiamento di chi ritiene che il festival vada boicottato così il cachet dei presentatori possa scendere in favore di un “senso comune” della giustizia. Ritengo ingiusta l’idea che se tutti boicottassero il festival questo non si farebbe più, per dare spazio ad idee più originali e magari “indie”. Questo grillismo  da controcultura dello spettacolo lascia il tempo che trova.

Se un artista non riuscisse ad avere la popolarità che pensa di meritare, dovrebbe scrivere cose “popolari” e non rinchiudersi nella stanza e farsi pippe in 7 ottavi, o magari con l’ultimo modello del sintetizzatore della uss enterprise di star trek. Contestualmente non dovrebbe nemmeno criticare chi scrive cose che piacciono a tutti solo perché non le sa fare oppure perché non le vuole fare. E’ stupido, ripeto, l’atteggiamento di chi cerca di dire che il nemico è cattivo pensando di ottenere visibilità, o magari il posto suo.

Sanremo è un prodotto televisivo e se ne parla anche se non lo guardi. Inevitabilmente qualcosa ti arriva e tu ne parli e ne devi parlare se fai il musicista, perché in qualche modo ti fa bene.

Per me è il festival perfetto e ve lo spiego con un esempio: quando entro in negozio modello “Harmont & Blaine” io penso.. questo negozio è perfetto perché non comprerò mai nulla qui. Così è per me il festival.
Bisogna avere dei punti di riferimento in positivo ed in negativo. Guai se tutto fosse “alternativo”, “indie”, e “come mi piace a mme”, diventerebbe un unico immenso inutile festival della nullità. Quindi ben venga la diversità, le mille forme d’arte dal trash, all’inascoltabile al pop al jazz ed alla dodecafonia delle pippe mentali. Magari in tutta questa babele di linguaggi un giorno troveremo la forza ed il coraggio di entrare anche in un negozio diverso dai nostri soliti creando una nuova apertura nella nostra mente.

Peace, Max

Quante volte…

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…ci fermiamo di fronte alla Bellezza.

Stamattina, preso dalla mia solita ansia da “andiamo a lavorare”, difronte a questa scena ho fermato l’auto nel bel mezzo della statale per fare questa foto tirandomi dietro le bestemmie di chi veniva dopo di me.

Ho pensato (tanto è gratis) a quante volte ci fermiamo davanti alle cose belle. La bellezza immobilizza, ti blocca, ti rende imbecille. Quante volte abbiamo detto ascoltando una canzone: “troppo bella, non ce la posso fare”. Lo abbiamo fatto perché davvero fisicamente ci sono delle cose che non possiamo reggere tanto sono belle. Una volta scrissi di aver pianto davanti ad un quadro di Velasquez e penso che ancor oggi lo rifarei.

Ci fermiamo dunque perché è troppo forte, troppo bello per essere vero, ci fermiamo perché “non ce la possiamo fare”, ci fermiamo anche con la speranza di fermarla, la Bellezza, che in quanto tale è inarrestabile.

Max

excuse me …

… while I kiss the sky

Ci sono persone che ci hanno formato, ci hanno detto quale strada seguire, quali decisioni prendere e ci hanno fatto capire come scegliere. Ci sono persone che in qualche modo ci hanno aiutato a crescere. Forse ognuno di noi ha, oppure ha avuto persone così: chi una madre, chi un padre, chi una zia, una nonna, chi un amico o fratello che sia.

Ci sono giorni in cui tu pensi a loro e se loro non ci sono più ti ritrovi a mandare un bacio in cielo sperando di beccarli, e sorridendo con la soddisfazione di chi pensa che abbiano fatto un buon lavoro, gli dici: “quanto cazzo mi mancate”

resto seduto…

…a contemplare la mia terra.

 

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basta poco…

…per ri-scoprire posti meravigliosi.

slide

Spinti da una curiosità maggiore avremmo la possibilità di scoprire che il mondo non è poi così male.
Se facessimo lo slide di queste tubular bells scopriremmo un paesaggio meraviglioso ad esempio. Se sfogliassimo di più il catalogo dei nostri ricordi riusciremmo a guardare noi stessi con occhi diversi, e magari più maturi. Ri-scoprendo il passato potremmo forse avere curiosità e coraggio di scoprire il futuro, un po’ come cercare di capire da dove veniamo per poter sapere dove stiamo andando.

Buona ri-scoperta a tutti,

Max